La sindrome del perfezionista è la via più veloce verso la distruzione della propria autostima e della sicurezza in sé.
Le persone “perfezioniste” cercano le parti di loro che non sono perfette, le osservano e si focalizzano, ovvero il loro sistema attentivo è rivolto alle loro carenze, alle parti che non gli piacciono. Si pongono degli elevati standard, spesso irrealistici, con un eccessivo sforzo per raggiungerli, a cui molto spesso non riescono ad arrivare.
Sono le più “insoddisfatte” perché nonostante riescono a raggiungere dei risultati, la loro sensazione è quella di non aver raggiunto “abbastanza”. Non è mai abbastanza!.
Il “non abbastanza” è una delle caratteristiche di chi ha bassa autostima. Infatti è un indicatore che probabilmente ci si è posti uno standard talmente alto, talmente irrealistico che si ha sempre la sensazione di “non andare bene”.
E’ molto importante imparare ad accettare i propri errori, debolezze, limiti e insuccessi. Chi accetta se stesso, si riconosce come essere umano fallibile e non si meraviglia né si angoscia troppo per il fatto di sbagliare. Riconosce gli aspetti spiacevoli della propria personalità, assume la responsabilità di tutte le azioni, senza dare la colpa agli altri o al destino e senza sentirsi in colpa più del dovuto.
L’orrore dell’errore è un errore peggiore!
Il perfezionismo “Socialmente Imposto”
Un’altra forma di perfezionismo è quello “socialmente imposto”, ovvero il sentirsi intrappolati in una gabbia di aspettative troppo elevate nei propri riguardi iniziando a credere che il soddisfare quelle aspettative sia l’unico modo per avere accettazione e approvazione.
Un esempio sono le aspettative che i genitori più o meno consapevolmente hanno per i propri figli.
Pongono standard elevati, il “più bravo a scuola”, il “più bravo nello sport”, il “più…” e dove spesso i figli si sentono di “dover” adempiere per cercare approvazione da parte dei propri genitori e mettendo in secondo piano la cosa più importante, fare ciò che si desidera e trarre beneficio da essa, senza che questa sia legata a una competizione che debba esaurirsi nella vittoria.
Purtroppo, questi sistemi familiari, non faranno altro che inculcare il pensiero che nella vita si debba “eccellere” sempre e comunque, cercando la perfezione ovunque “dentro” e “fuori di sé”. Non è meno frequente che possano manifestare in età adulta, l’insorgere di stati ansiosi, perennemente in ansia di arrivare, di essere perfetti, pena il senso di colpa dell’errore e del non aver fatto abbastanza.
E’ importante capire se c’è questa sindrome, se è legata dall’interno e/o dall’esterno o tutti e due, se fa parte del nostro passato o fa ancora parte del nostro presente e muoversi verso l’accettazione e il miglioramento di alcune delle nostre caratteristiche stando bene con noi stessi.
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